venerdì 28 agosto 2015

Le diverse fasi del disagio pre-partenza Erasmus. Guida non-funzionante sulla preparazione dei bagagli.

Dopo la burocrazia, c'è un'altra cosa che fa tremare uno studente Erasmus medio: la preparazione de bagagli. È difficilissimo trovare un compromesso tra l'essenza low-cost del volo e il bisogno di portare con sé tutta la propria roba. In questi ultime ore ho avuto un'alternanza di stati d'animo che non avrei mai immaginato e ho conosciuto sensazioni che non pensavo esistessero.
Ora voglio cercare di razionalizzare quanto accaduto e commentarmi a posteriori con una vignetta.

FASE 1 - IL CIECO OTTIMISMO
Mi ricordo quando, felice come una Pasqua, saltellavo raccontando i miei programmi "Massì, ci entrerà tutto! Ho una valigia da imbarcare E-N-O-R-M-E, più il bagaglio a mano e una borsetta! Eeeh ce ne entra di roba!". 


FASE 2 - IL DUBBIO
Improvvisamente assalita da mille paure, inizio ad informarmi su Google facendo ricerche del tipo "Ma quanti sono 20 kg?", "Ma bastano 30 kg?" e a chiedere a parenti e amici conforto: "Ce la farò, vero?". Vengo in questo modo rassicurata. 


FASE 3 - LA SOLERZIA
In piedi di buon'ora: bisogna darsi da fare e iniziare a lavorare. Canticchiando e ballando, inserisco i jeans di là, le felpe di qua, un beauty sù, un K-way giù in un vortice di incastri e calcoli. Mi muovevo leggera, la testa mi girava, avevo un po' di nausea...ma mi sentivo dannatamente bene. 


FASE 4 - ALLA RICERCA DI CONFERME
I bagagli sono chiusi e non ho dovuto nemmeno sedermici sopra! Li sollevo e uhm sembrano pesanti, ma poi che ne capisco io di pesi. Il signor padre viene incaricato di recarsi presso una bilancia ed effettuare la pesata. Colgo nei suoi occhi uno sguardo preoccupato, quasi impercettibile, nel momento in cui li solleva. Ma lo stato di trance ipnotica mi ha condotto a non darci più di tanto peso. 



FASE 5 - LA DISPERAZIONE
Il signor padre torna. E pronuncia quelle parole che uno studente in procinto di partire non vorrebbe mai sentire: "HAI SFORATO DI 13 KILI". Ricostruire questo momento è per me molto drammatico. Insicurezza, terrore, gelo. Sono solo alcune delle parole tratte dal mio stream of consciousness (lo dico in inglese per rimarcare la mia internazionalità).


FASE 6 - LA VOGLIA DI CAMBIARE
Ma si sa, i momenti bui della propria vita possono anche servire come stimolo per rinascere. Così è stato. Come Cenerentola con l'aiuto di topi e uccelli era riuscita a farsi un abito decente nonostante i mille problemi in casa, così io, con l'aiuto della signora mia madre non mi arrendo. E via, si riaprono le valigie.



FASE 7 - LA RESA
Dopo un po' emerge molto chiaramente che non sarebbe bastato eliminare cose "superflue", ma avrei dovuto rinunciare a ciò che volevo davvero portare. Continuavo a pesare magliette, oggettini... "ok sono 300 grammi in meno", "ok con questi altri 590" e così via fino al raggiungimento dei fatidici 13 kili. 


FASE 8 - LA REALIZZAZIONE 
Ora è passato già un po' di tempo da quando ho chiuso tutto e ho fatto pace con l'idea di portare con me praticamente solo i 2/3 di quello che volevo. Ho provato a consolarmi pensando che "best things in life aren't things" e ad altre varie frasi fatte sul tema della "roba". Ha funzionato solo in parte. 
Motivo per cui, molto presto mi farò spedire tutto il resto. La cosa più ridicola è che so che comunque lì non userò mai tutto. Che strana specie l'essere umano.


Dopo questa analisi socio-psicologica, vi lascio per andare a vivere un altro capitolo del disagio pre-partenza Erasmus: i saluti ai parenti! Credo anche questo si meriterà un post. 

Adeusinho,
Chiara

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